Comunicato congiunto sul Data Act
17.02.2023 - TECNOLOGIA E PRODUZIONE
CECIMO e altre associazioni europee di categoria hanno siglato un comunicato congiunto sul Data Act, da presentare al Parlamento europeo e al Consiglio, affinché vengano affrontati dei punti di fondamentale importanza per il settore. Di seguito, le rispettive considerazioni e le proposte. La condivisione dei dati sarà fondamentale per il successo dell'economia europea nei prossimi anni, con un contributo di almeno 1.000 miliardi di euro entro il 2030. Ma il Data Act così com'è rappresenta un enorme “salto nel buio”, che può impattare sui business-model basati sui dati delle aziende europee.
Mentre il processo decisionale accelera su questa proposta fondamentale, l'industria mette in guardia sulle possibili conseguenze economiche indesiderate lungo le catene di valore dei dati. In un momento di grandi sconvolgimenti economici, di prezzi dell'energia record e di impatto negativo della pandemia e della guerra sulle catene di approvvigionamento globali, ciò di cui l'industria ha bisogno per avere successo è la stabilità, non più l’incertezza. Prima di aprire il vaso di Pandora, le regole del Data Act devono essere provate e testate in condizioni di mercato reali, per assicurarsi che funzionino per le imprese europee
Si otterrà il risultato opposto, se il Data Act si affretterà a imporre un'ampia condivisione dei dati ad aziende impreparate e già sopraffatte da una quantità senza precedenti di nuove normative.
Il Parlamento europeo e il Consiglio dovrebbero dedicare tempo sufficiente a preservare l'innovazione e la competitività europee. Concretamente, devono garantire che la proposta
- protegga i segreti commerciali, la sicurezza, la protezione e la privacy includendo salvaguardie efficaci per prevenire l'uso improprio dei dati e la concorrenza sleale;
- dia certezza alle aziende sul “se” e sul “cosa” devono condividere, iniziando con definizioni chiare, ad es. “dati” e “titolare dei dati”;
- consenta alle aziende di trovare relazioni guidate dai dati reciprocamente vantaggiose, riconoscendo il ruolo centrale delle condizioni contrattuali flessibili anche in materia di retribuzione;
- distingua tra i contesti business-to-business (B2B) e business-to-consumer (B2C) e fornisca, di conseguenza, regole e salvaguardie diverse;
- stabilisca condizioni rigorose per le richieste di dati tra imprese e governi (B2G) e limiti l'ambito alle emergenze pubbliche, per evitare infinite controversie e incertezze per gli Stati membri;
- promuova l'adozione del cloud attraverso un framework di passaggio applicabile e adattabile, che rifletta la realtà tecnica e le esigenze del mercato e fornisca chiarezza legale;
- non crei nuovi ostacoli ai flussi internazionali di dati, che sono fondamentali per il funzionamento e la crescita delle imprese europee nei mercati esteri;
- consenta un periodo di transizione più lungo, di almeno 36 mesi, per dare alle aziende il tempo di prepararsi;
- non si applichi retroattivamente per garantire la prevedibilità degli investimenti attuali.